Ossessione identità
Parliamoci chiaro: da quando il governo Meloni si è insediato non è ancora successo niente. Di reale, per lo meno. Intendo dire, che la priorità del governo Meloni sia diventata all’improvviso l’immigrazione non è dovuto a una esplosione del fenomeno, tutt’altro. Se per Draghi il costo dell’energia rappresentava il problema principale, dipendeva in modo specifico dai suoi effetti sull’inflazione, quindi sull’economia in senso lato e di conseguenza sulle tasche degli italiani. Immediati, diretti, misurabili. Se per Meloni è passato in secondo piano di fronte alla presunta invasione da Sud, che i numeri dicono non esistere, è solo per una distorsione del quotidiano. Pur demagogia, insomma. La quale invece di venire …Leggi tutto
Zaiastan, il ritorno?
Ho letto con attenzione le osservazioni di Dino Bertocco al mio ultimo articolo. Mi hanno fatto riflettere e vorrei che anche il mio cortese interlocutore spendesse qualche minuto su un dato di fatto: come è stato possibile che il Presidente della Regione Veneto sia stato rieletto nel 2020, raccogliendo la percentuale personale del 76,79%, pari a 1.883.959 voti espressi? Non solo. Come diavolo avrà fatto a imbastire una lista propria, che ha superato il 44,37% in percentuale pari a 916.087 voti, circa il triplo di quelli raccolti dalla seconda arrivata, cioè quella Lega alla quale lo stesso Zaia appartiene? Il tutto senza nemmeno fare campagna elettorale, perché dopo aver travolto …Leggi tutto
Zaiastan: la fine?
La notizia finora è passata inosservata, eppure in potenza apre le porte a un’autentica rivoluzione: alle prossime elezioni regionali Luca Zaia non potrà ripresentarsi candidato-presidente. Non solo. Nell’identica situazione si troverà la maggioranza dei suoi assessori, tra i quali tutti quelli di maggior peso. Alla scadenza di questa legislatura, per altro appena cominciata, il Veneto si troverà dunque orfano di chi l’ha governato negli ultimi dieci anni. Cosa accadrà?
Se per Luca Zaia gli osservatori pronosticano un ruolo politico nazionale, e sarebbe ora dico io che il Veneto potesse contare a tale livello su una personalità proporzionata al suo peso economico-culturale, è chiaro quanto una simile prospettiva spalanchi un vuoto in …Leggi tutto
Il liberalismo è morto, viva il populismo nazionale!
Lo ha detto lo Zar di tutte le Russie del Terzo Millennio, Vladimir Vladimirovič Putin, cioè l’ex-funzionario del KGB sovietico che ha sfruttato con infinita abilità quanto appreso alla Lubjanka e dintorni prima per conquistare il potere e poi per mantenerlo. Con ogni mezzo. A partire dall’eliminazione degli avversari. Delle libere elezioni. Di ogni maledetto feticcio democratico così inadatto alle abissali profondità dell’autentica anima russa: vogliamo non credergli?
Con la franchezza di chi è abituato a non pagare mai dazio per quel che dice e, peggio, che fa, Putin ha dato fiato a una corrente di pensiero oggi in grande spolvero in tutto il mondo. Dalla Polonia all’Ungheria, dalla Cina al …Leggi tutto
Italia 4 marzo 2016-Lepanto 7 ottobre 1571
Qualcuno storcerà la bocca: cos’avranno mai in comune le elezioni appena svoltesi nel Bel Paese e la «più grande battaglia navale del Rinascimento»?
Nelle acque greche all’imboccatura del Golfo di Patrasso quel giorno di ottobre le squadre riunite della Lega Santa, a grande maggioranza veneziana, inflisse una dura sconfitta alla flotta ottomana. Ancora oggi in molti ricordano l’evento, celebrandolo quale lo scontro decisivo che fermò l’avanzata turca in Europa.
Quindi, Lepanto fu una «vittoria decisiva» per tutti costoro. Peccato che i turchi, nel 1573, imposero a Venezia una pace umiliante con la quale si presero tutto ciò che all’inizio della guerra avevano intenzione di conquistare. Inoltre, la loro avanzata in Europa continuò …Leggi tutto
Venetia futura
Già, scritta con la “t”, cioè in latino, perché voglio parlare sia della città che della regione: l’una e l’altra connesse non solo dalla Storia ma, soprattutto, da qualunque domani.
Oggi sono separate. Da un pezzo vivono come quei coniugi che non si sopportano, ma l’interesse spinge a convivere. Non c’è alcun bisogno di trasformare Venezia-città in qualcosa di “autonomo”, come alcuni propongono. È già un altro “mondo”. Aggiungo: lo è sempre stato.
La Repubblica Serenissima ha conquistato la Terraferma e per tre secoli ne è stata la Dominante. Dopo, mezza-capitale del Regno Italico e del Regno Lombardo-Veneto, ha continuato a vivere in un’altra dimensione. Allo stesso modo è andata durante il …Leggi tutto