L’ombra lunga del fascismo
La lettura dell’ultimo lavoro di Alessandro Campi e Sergio Rizzo mi ha sollevato alcune perplessità. Innanzitutto, per il merito che i due autori si attribuiscono e cioè quello di aver svolto, per primi, una puntuale ricognizione attraverso la Penisola ma deviando anche in Africa, delle tracce monumentali ed epigrafiche ancora presenti del regime fascista. È un peccato non abbiano voluto ricordare neppure uno dei tanti lavori in materia che, nel corso dei settantasette anni trascorsi dalla morte di Mussolini, si sono occupati dell’argomento. «Perché nessuno ha mai fatto il nostro lavoro, andando a vedere cosa è rimasto?» Si è chiesto Rizzo durante la presentazione del volume, martedì 22 novembre all’Ateneo …Leggi tutto
Divisi: la fortuna della Donna Dominante
Faccio una breve premessa di carattere personale, per chi non mi conosca affatto o solo superficialmente. Io sono un anarchico. Non in senso sociologico, ma ideologico. Per la precisione un anarchico individualista. Lo so, ancora in tempi recenti mi sono lasciato invischiare in qualche avventura politica: perché resto un inguaribile ottimista, atteggiamento profondamente anarchico del resto, e tendo a dare fiducia alle singole persone nello sforzo di rendermi in qualche modo utile. Anche venendo a patti con le mie convinzioni e senza alcuna paura di sporcarmi le mani. Preferisco chi almeno provi ad agire, anche se in modo imperfetto, a quanti se ne restino immacolati nella torre d’avorio della loro …Leggi tutto
Morte a/di Venezia
Nel 1912 lo scrittore tedesco Thomas Mann pubblicava una novella dal titolo Der Tod in Venedig (Morte a Venezia) destinata a lungo e vasto successo, alimentato in seguito dalla trasposizione cinematografica a opera di Luchino Visconti, nel 1971 e dal melodramma, scritto nel 1973, del compositore Benjamin Britten. Ispirata a un’esperienza realmente vissuta dall’autore nella primavera del 1911, come ricorderà la moglie Katia, Morte a Venezia è presto diventato uno dei testi emblematici per quanti si avvicinano alla città lagunare e cercano di spiegarne l’intima essenza. Spietato critico della società borghese, che sente estranea alla sua natura d’artista per l’assenza di spiritualità, Thomas Mann ingaggiò per l’intero corso dell’esistenza una …Leggi tutto
Una strategia per l’Italia
Diciamo la verità, il triennio 2019-2022 sarà probabilmente ricordato come un periodo davvero complicato: fenomeni metereologici estremi, pandemia, recessione globale, infine guerra mondiale. La Quarta secondo il mio personale computo, che assegna la terza posizione a quella chiamata Fredda, conclusasi nel 1991 con la sconfitta e dissoluzione dell’Unione Sovietica e del suo progetto politico. Forse adesso avremo pure una carestia generale, innescata dalle distruzioni fisiche e finanziarie provocate dal conflitto in Ucraina e Russia. Si verificasse, verrebbe a farci visita anche l’ultimo dei Cavalieri dell’Apocalisse e a quel punto potremmo aspettarci la venuta dell’Anticristo per chiudere il cerchio. Catastrofico? Forse. Realista? Senz’altro. È bene qualcuno lo sia dalle nostre parti, …Leggi tutto
Venezia 2025 idee per un programma 1
Sono ottimista, di natura e per convinzione, quindi portato sempre ad affrontare in termini positivi le difficoltà e a cercare di progettare il domani. Questo nella persuasione che sarà migliore del presente. Così, anche se siamo in piena Pandemia e passeggiare in una Piazza San Marco vuota mi provoca brutte sensazioni, d’istinto reagisco e comincio a pensare alle future elezioni amministrative. Quando, cioè, gli attuali presidente della Regione, Luca Zaia, e sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, non potranno a norma di legge riproporre la propria candidatura. Una doppia assenza che apre stimolanti prospettive per chi pensi che entrambe, Regione e Città, avrebbero un vantaggio a imboccare strade nuove. Inizio, quindi, …Leggi tutto
Ucraina
Rus’ da cui russo. Partiamo da qui perché parlando con un amico questo ha osservato di non riuscire a cogliere grandi differenze tra ucraini e russi, i quali, dunque, non si vede poi perché non dovrebbero vivere assieme all’interno di un medesimo stato. Così come è avvenuto per secoli, del resto. Pensiero diffuso e che finisce per saldarsi con la considerazione in base alla quale l’attuale agire russo avrebbe la principale giustificazione di rappresentare, in buona sostanza, una reazione difensiva di fronte alla politica espansiva di Nato, da leggersi USA, e Ue verso la stessa Russia. Potremmo definirla corrente filo-russa italiana, la stessa che almeno dal Settecento in avanti è …Leggi tutto
Venezia, falsi miti
Venezia non è una città e neanche un’isola o un arcipelago, neppure un porto con attorno una città: è, invece, un sistema complesso, collocato al centro di un incrocio di assi fluviali, stradali e ferroviari esteso su un’area vasta a forma di triangolo isoscele. I vertici sono rappresentati da Ravenna, Monfalcone e Piacenza, bisettrice il corso del fiume Po. Questo rappresenta la spina dorsale dell’intero sistema: dalle sue rive si diramano a raggiera vie che conducono oltre le Alpi, direzione Nord-Est-Ovest, per raggiungere i limiti estremi dell’Europa, dalle coste atlantiche e artiche fino alle pianure euroasiatiche; nonché quelle che varcano gli Appennini, puntando verso il centro del Mediterraneo.
Venezia si colloca …Leggi tutto
Zaiastan, il ritorno?
Ho letto con attenzione le osservazioni di Dino Bertocco al mio ultimo articolo. Mi hanno fatto riflettere e vorrei che anche il mio cortese interlocutore spendesse qualche minuto su un dato di fatto: come è stato possibile che il Presidente della Regione Veneto sia stato rieletto nel 2020, raccogliendo la percentuale personale del 76,79%, pari a 1.883.959 voti espressi? Non solo. Come diavolo avrà fatto a imbastire una lista propria, che ha superato il 44,37% in percentuale pari a 916.087 voti, circa il triplo di quelli raccolti dalla seconda arrivata, cioè quella Lega alla quale lo stesso Zaia appartiene? Il tutto senza nemmeno fare campagna elettorale, perché dopo aver travolto …Leggi tutto
Zaiastan: la fine?
La notizia finora è passata inosservata, eppure in potenza apre le porte a un’autentica rivoluzione: alle prossime elezioni regionali Luca Zaia non potrà ripresentarsi candidato-presidente. Non solo. Nell’identica situazione si troverà la maggioranza dei suoi assessori, tra i quali tutti quelli di maggior peso. Alla scadenza di questa legislatura, per altro appena cominciata, il Veneto si troverà dunque orfano di chi l’ha governato negli ultimi dieci anni. Cosa accadrà?
Se per Luca Zaia gli osservatori pronosticano un ruolo politico nazionale, e sarebbe ora dico io che il Veneto potesse contare a tale livello su una personalità proporzionata al suo peso economico-culturale, è chiaro quanto una simile prospettiva spalanchi un vuoto in …Leggi tutto
Dal dire al fare tre, quale porto?
Nell’ultima puntata, Dal dire al fare due, si è chiarito che Venezia “è” in quanto città-marittima capace d’intercettare le rotte commerciali a lunga distanza (Sloc), perché loro naturale terminale (Hub) all’incrocio intermodale con le vie fluviali e stradali (Corridoi) che penetrano nel cuore d’Europa (Adriatico-Baltico) o la collegano trasversalmente (Iberia-Ucraina). È sempre stato così nei secoli a partire almeno dal X prima dell’Era Comune (a.C.) per una banale questione geografica che si tende a dimenticare: l’arco alto-adriatico è il punto di costa più vicino al centro dell’Europa e si trova all’incrocio dei due citati assi, fluviali e stradali. Qui, da sempre, arrivano le rotte che saldano l’Asia con l’Europa e …Leggi tutto