Perché Vicenza? Per la sua natura di ombra seduta sulla pianura, allungata tra una montagna sacra e la confluenza di due antichi fiumi; appartata, nonostante l’attraversi la via del Destino dell’Italia Settentrionale, la romana Postumia. Una città dalla storia singolare e un presente esplosivo. È antica e le sue origini affondano nel Mito, così che ogni angolo di vie o piazze, spigolo di chiesa, palazzo o casa rievocano vicende e personaggi danzanti tra realtà e racconto. Tutto ciò convive senza sforzo con un presente proiettato verso il futuro, perché Vicenza è il cuore e la mente di un’area tra le più dinamiche del Pianeta, il cui biglietto da visita sono i tanti primati che esibisce.
Eppure resta vittima consenziente di un sortilegio, ancorata com’è a un nome e all’immagine da questi forgiata: Andrea Palladio. Quasi fosse esistito un tempo in cui l’utopia si è realizzata, raggiungendo la perfezione e bloccandola quale immobile icona dell’Assoluto. Uno degli ideali dell’arte classica, ripreso con forza dall’indagine degli umanisti che sfocerà nel Rinascimento. Città dai molti segreti ancora in attesa di essere svelati.