Venezia Neutrale, la fatale illusione
Linea Edizioni Padova
Isbn 978-88-996442-6-0
Ha ancora senso occuparsi della repubblica di Venezia? Sì, perché se «l’uso pratico della storia consiste nel proiettare il film del passato sullo schermo del futuro» meglio, allora, rivolgersi a una pellicola piena di spunti di riflessione. La repubblica Serenissima ne offre in proporzione alla sua durata: parliamo dello stato rimasto indipendente più a lungo di qualunque altro.
In un momento in cui tanto si parla di decadenza dell’Occidente, poi, guardare agli ultimi cinquant’anni di Venezia appare di grande attualità. In particolare l’Europa è condannata a condividere la stessa sorte della Serenissima oppure può evitarla? Cosa insegna la morente repubblica marciana in relazione ai problemi di oggi?
Il libro nasce da due convinzioni: l’utilità della lezione del passato, di quello veneziano soprattutto, per cercare di evitare di ripeterne gli errori; l’assoluta responsabilità del presente rispetto agli sviluppi futuri. A patto, è ovvio, di sapere bene ciò che è già successo.
Sibilla De Cetto
Una donna per la sua città
Inner Wheel Padova “Sibilla de Cetto”
Sibilla de Cetto, una donna che, tra seconda metà del Trecento e inizio del Quattrocento, opera a Padova mettendosi al servizio della comunità con spirito pratico e alti valori morali. La formazione francescana gioca un ruolo importante, ma altrettanto decisive sono le circostanze di una vita iniziata sotto il segno della Fortuna e segnata in modo drammatico dal Destino.
Incredibile, infine, la modernità dell’approccio di Sibilla, condiviso dal secondo marito Baldo de Bonafari. La convinzione, cioè, che per curare le malattie fosse indispensabile mettere il paziente nelle migliori condizioni materiali possibili.
A beneficio «dei poveri di Cristo», recita il testamento di Sibilla. Perché è lì, sulla povertà, che bisogna agire. Estirparla significa far guarire la società, divorata all’interno da un morbo che stenta a riconoscere. E riguarda ancora oggi tutti noi.
Il sogno dei Carraresi
Padova capitale (1350 – 1406)
saggio – pag. 240 – ISBN 9788895215587
Il sogno dei Carraresi, Padova capitale: titolo a effetto? Oppure una nuova lettura, finalmente attenta alla dimensione geopolitica di fatti e personaggi che, con troppa facilità, sono stati relegati alla dimensione locale? Un saggio che riesamina le figure di Francesco il Vecchio e Francesco Novello da Carrara, la loro visione, l’avventura di un’intera città alla luce di una chiave interpretativa del tutto inedita. Per la prima volta, la Padova del Trecento è esaminata all’interno della geostrategia del tempo, pesando da un lato le ambizioni, dall’altro le forze disponibili. Il risultato è sorprendente, portando a rivalutare i due ultimi Signori carraresi e le loro scelte: audaci, senza dubbio, ma nient’affatto utopiche e comunque per molti aspetti inevitabili. Intelligenti e valorosi sul piano personale, colti e astuti, d’indiscutibile coraggio anche di fronte alla morte, tragica con tratti addirittura epici per entrambi, Francesco il Vecchio e Francesco Novello sono qui sottratti al singolare oblio al quale sono stati condannati. Soprattutto è loro restituita la dimensione di grandi statisti, quali furono. Ebbero sfortuna ma, forse, proprio per questo sono ancora più meritevoli di ricordo e riflessione.
Eptaneso, quando Venezia diventò Grecia
L’avventura delle Sette Isole Jonie
La Toletta edizioni, ISBN 978-88-97928-44-7
Una pagina poco conosciuta di Storia e una vicenda sorprendente: alla fine della Serenissima, uomini e idee si scontrano in un angolo all’apparenza marginale del Mar Jonio. Napoleone Bonaparte, Horatio Nelson, Giovanni Capodistria, Alessandro I Romanov e Alì di Giannina combattono con ogni arma disponibile. Tuttavia…
Perché la Francia vuole il piccolo arcipelago delle sette isole jonie?
Perché la Gran Bretagna si oppone?
Perché la Russia entra nello scontro?
Tra fine Settecento e primi anni dell’Ottocento nell’Arcipelago si svolge l’ultima puntata della secolare lotta tra Gran Bretagna e Francia per il dominio del Mondo. Una lezione per chi, oggi, fatica a comprendere le ragioni di conflitti ancora vivi e la necessità di non estraniarsi da quanto succede: chi lo fa, come Venezia nel Settecento, semplicemente finisce inghiottito dalla Storia e da quanti scelgono, al contrario, di partecipare al gioco geo-strategico della grande politica internazionale.
Venezia ultima spiaggia
Da Focea ai Dardanelli, cinque battaglie per cambiare la Storia – 1649-1657
La Toletta edizioni
ISBN 978-8-897-92871-3
La Guerra di Candia (1645-69), la più lunga e dispendiosa mai sostenuta da Venezia, poteva essere vinta dalla Serenissima? Il volume ripercorre i cinque episodi che a giudizio dell’autore avrebbero potuto portare a un diverso esito del conflitto. Si tratta di battaglie navali perché, anche se combattuto in buona parte via terra, è sul mare che Venezia ha avuto le migliori opportunità: e l’unica, vera occasione per chiudere i conti con il nemico turco. Cinque battaglie ovvero l’ultima spiaggia per la Repubblica, votata a una lenta e fatale decadenza non appena perde l’isola di Creta. Cioè quanto tutti avevano compreso, a Venezia e in Europa. L’esito di quegli scontri non fu quanto serviva alle armi di San Marco, alle quali non mancò il valore, a volte si deve parlare di autentico eroismo, ma fecero difetto fortuna, la migliore alleata su ogni campo di battaglia, e chiarezza strategica. Un’altra lezione della Storia per riflettere sul Mondo di oggi.
Angelo Emo, eroe o traditore?
La rivoluzione fallita dell’ultimo dei veneziani
Studio Lt2 editore (Venezia)
ISBN 978-88-88028-0-3
Venezia, seconda metà del Settecento. La repubblica Serenissima spende gli ultimi giorni nella consapevolezza di quanto l’attende. Ciò nonostante, un gruppo di uomini cerca di strapparla all’agonia crepuscolare, tra questi, l’ammiraglio Angelo Emo, l’ultimo dei veneziani. Erede di una potente famiglia patrizia, lotta per invertire il corso della storia e, combattendo in mare, diventa l’eroe di Algeri, Tripoli e Tunisi. Muore a Malta nel 1792. Cause naturali o intervento umano e, in tal caso, assassinio per ragioni personali, private, oppure esecuzione di una sentenza? Domande a oggi senza risposta che riportano a un quesito centrale, chi è stato davvero Angelo Emo, l’eroe che si è sempre creduto oppure… un traditore? Il volume per la cui stesura l’autore si è avvalso di ogni documento noto, ricostruisce la realtà dei fatti giungendo a una sorprendente conclusione… e per farlo penetra nei difficili rapporti tra individui e stati. Un tema per niente secondario o datato ma di grande attualità, esattamente come l’azione navale di Emo contro Tunisi, così simile ai bombardamenti aerei Nato sulla Libia del 2011 da far pensare che gli strateghi dell’Alleanza l’abbiano studiata con attenzione: individuandone il punto debole, come del resto aveva compreso già allora lo stesso Emo. Perché “l’uso pratico della Storia consiste nel proiettare il film del passato sullo schermo del futuro” (B.H. Liddell Hart)
Ercole e il Leone 1482 Ferrara e Venezia duello sul Po
Saggio di Federico Moro Studio LT2 Edizioni
ISBN 978-88-88028-16-3
Primavera dell’anno 1482, bassa Valle del Po, Venezia lancia sul fiume attraverso la bocca di Fornaci il nobile Damiano Moro al comando di una flotta di 400 imbarcazioni. Simultaneamente parte l’offensiva di terra guidata da uno dei più abili e spericolati condottieri del tempo, Roberto di Sanseverino. Ai suoi ordini 15.000 uomini, i migliori di cui disponga la repubblica lagunare, che varcano l’Adige a Legnago, attraversano le paludi del Tartaro e piombano sulla riva sinistra del Po. Una gigantesca manovra a tenaglia, il cui scopo è quello di schiacciare navi e soldati del duca Ercole I d’Este per impadronirsi delle fortezze a guardia del fiume, Rocca Possente di Stellata e Rocca Benedetta di Ficarolo. Prima dell’arrivo sul campo di battaglia dell’Armata di soccorso alleata. Milanesi, Napoletani e Fiorentini guidati dal duca Federico di Montefeltro si stanno concentrando per impedire la caduta di Ferrara in mano al leone marciano.
Dopo le ripetute sconfitte in Levante contro i Turchi, Venezia getta nella mischia un fiume di sangue, armi e denaro per resuscitare il sogno del doge Francesco Foscari… l’egemonia veneziana sull’Italia del Nord e in prospettiva l’unificazione della Penisola. Damiano Moro e Roberto di Sanseverino muovono per finire il lavoro lasciato incompiuto dal conte di Carmagnola nella palude di Maclodio, cinquantacinque anni prima.
La parola è alle armi, comincia l’ultima grande guerra tutta italiana del MedioEvo, l’estremo tentativo di trasformare in realtà il maggiore disegno politico mai concepito in laguna dopo la conquista dell’impero marittimo.
Venezia in guerra
quattordici secoli di storia, politica e battaglie
Studio LT2 editore (Venezia)
ISBN 978-88-88028-65-1
“tra tutti coloro che aspirano agli stessi beni c’è sempre una guerra”
(Lucio Anneo Seneca)
“devi essere deciso a morire per sopravvivere” (Wei Liao Tzu)
Venezia, una repubblica fondata sulla guerra. È la tesi di questo libro, una lettura controcorrente della storia marciana, in cui l’autore coniuga il rigore della documentazione con la scorrevolezza di una narrazione capace di avvincere il lettore quasi si trattasse di un romanzo. E le vicende della città lagunare spesso hanno assunto toni epici e presentato personaggi degni di figurare in una vicenda di pura invenzione, con la differenza, non da poco, d’essere state scritte con il sangue. Un saggio in cui non c’è spazio per il mito della Venezia gaia e libertina, dedita solo ai piaceri e votata alla pace, un libro per chi non ha paura di penetrare negli angoli più oscuri delle vicende della Serenissima: la cui lunga storia rappresenta ancora oggi una lezione esemplare per chiunque.