Modernità

Nell’uso odierno, è termine di metà Ottocento, coniato dal saggista, critico d’arte e poeta decadente francese Charles Baudelaire. Il quale intendeva sottolineare il rapporto liquido del singolo con la dimensione della metropoli: uno spazio fisico creato dagli sviluppi della Prima Rivoluzione Industriale. Baudelaire lo utilizza per assegnare un nuovo compito all’artista, il quale deve ora indagare e interpretare i mille rivoli dell’esperienza umana nella nuova dimensione. Fisica, intellettuale e morale. Per riuscirci deve liberarsi da ogni preconcetto formale e cercare, invece, di percorrere strade inusuali: le sole capaci di rispondere alle domande poste dal mutamento della realtà.

Le Scienze Sociali si appropriarono presto di termine e concetto. In particolare, ponendo l’accento …Leggi tutto

Arte

È opera d’arte qualunque prodotto dell’invenzione umana che instauri un dialogo tra sé stessa e fruitore, in virtù della capacità d’incorporare un significato condiviso, almeno parte di un sentire generale. Si tratta della ragion d’essere autentica del lavoro. L’opera è tanto più di valore quando riesce a far emergere nel fruitore qualcosa di non ancora esplicitato, evidenziando ciò che se ne stava nascosto sotto la superficie dell’apparenza.

Muovendosi sul terreno del linguaggio, dunque, acquista dimensione universale quando infrange la necessità da parte del fruitore della conoscenza tecnica e della sfera personale dell’artista, cioè ha la capacità di parlare a chiunque, prescindendo dal livello culturale. Proprio per questo, però, acquistano rilevanza gli …Leggi tutto

Pandemia di Guerre

Uno dei pochi pregi dell’ultimo, travagliato, anno, dovrebbe essere rappresentato da una maggiore consapevolezza circa la natura e gli obiettivi dell’essere umano. L’aver incontrato di nuovo, infatti, proprio sulla soglia di casa la realtà della guerra induce a sperare sia servito ad aprire gli occhi anche ai più ostinati. L’Homo Sapiens non è affatto l’individuo naturale che mira solo all’autoconservazione, mitigata dall’istintiva empatia verso i propri simili, dell’Émile di Rosseau. La sua corruzione non è dovuta alla cattiva pedagogia di una società malata. Il principio di divaricazione tra natura del singolo e collettività, così subdolamente introdotto, è un colossale abbaglio. Anche se ha goduto d’immensa fortuna. È stato alla base …Leggi tutto

La dignità dell’Uomo: salvare il Pianeta

Salvare il Pianeta: rappresenta la costante geopolitica di lungo periodo di maggiore rilevanza e urgenza, oggi. Perché non esiste Homo sapiens senza Terra e, di conseguenza, neppure Stati intesi come la più perfezionata forma di organizzazione sociale mai sperimentata. Finora. Vero è che la sopravvivenza di singoli e specie dovrebbe essere l’istinto di base di ogni Sapiens. Di conseguenza, degli Stati. Lo è altrettanto, però, che questi ultimi tendano a comportarsi come altrettanti Frankestein: assemblati così come i fatti storici, somma algebrica di caso, necessità e volontà e pertanto immersi nella nebbia della complessità, hanno determinato e accesi dalla scintilla dell’esistenza, si animano di vita propria. Il punto è che …Leggi tutto

Ossessione identità

Parliamoci chiaro: da quando il governo Meloni si è insediato non è ancora successo niente. Di reale, per lo meno. Intendo dire, che la priorità del governo Meloni sia diventata all’improvviso l’immigrazione non è dovuto a una esplosione del fenomeno, tutt’altro. Se per Draghi il costo dell’energia rappresentava il problema principale, dipendeva in modo specifico dai suoi effetti sull’inflazione, quindi sull’economia in senso lato e di conseguenza sulle tasche degli italiani. Immediati, diretti, misurabili. Se per Meloni è passato in secondo piano di fronte alla presunta invasione da Sud, che i numeri dicono non esistere, è solo per una distorsione del quotidiano. Pur demagogia, insomma. La quale invece di venire …Leggi tutto

L’ombra lunga del fascismo

La lettura dell’ultimo lavoro di Alessandro Campi e Sergio Rizzo mi ha sollevato alcune perplessità. Innanzitutto, per il merito che i due autori si attribuiscono e cioè quello di aver svolto, per primi, una puntuale ricognizione attraverso la Penisola ma deviando anche in Africa, delle tracce monumentali ed epigrafiche ancora presenti del regime fascista. È un peccato non abbiano voluto ricordare neppure uno dei tanti lavori in materia che, nel corso dei settantasette anni trascorsi dalla morte di Mussolini, si sono occupati dell’argomento. «Perché nessuno ha mai fatto il nostro lavoro, andando a vedere cosa è rimasto?» Si è chiesto Rizzo durante la presentazione del volume, martedì 22 novembre all’Ateneo …Leggi tutto

Divisi: la fortuna della Donna Dominante

 

Faccio una breve premessa di carattere personale, per chi non mi conosca affatto o solo superficialmente. Io sono un anarchico. Non in senso sociologico, ma ideologico. Per la precisione un anarchico individualista. Lo so, ancora in tempi recenti mi sono lasciato invischiare in qualche avventura politica: perché resto un inguaribile ottimista, atteggiamento profondamente anarchico del resto, e tendo a dare fiducia alle singole persone nello sforzo di rendermi in qualche modo utile. Anche venendo a patti con le mie convinzioni e senza alcuna paura di sporcarmi le mani. Preferisco chi almeno provi ad agire, anche se in modo imperfetto, a quanti se ne restino immacolati nella torre d’avorio della loro …Leggi tutto

Merito&Bare

«Oltre la laurea: dal digitale al green, ecco i master per trovare lavoro». Titolo di un articolo del Sole24Ore, edizione digitale del 13 settembre 2022. L’argomento trattato è palese: nell’attuale mondo ipercompetitivo, per un giovane che si affacci sul mercato del lavoro il livello di conoscenze conseguito fino al raggiungimento di una laurea è considerato insufficiente. Giusto? Sbagliato? Ricordavo qualche tempo fa che un importante industriale veneto, Enrico Carraro dell’omonima azienda metalmeccanica padovana, faceva presente di essere costretto ad assumere laureati in ingegneria per ricoprire posizioni in precedenza occupate da semplici periti industriali. Forse un ingegnere di oggi ne sa quanto un semplice perito di ieri? Carraro lo lasciava intendere, …Leggi tutto

Morte a/di Venezia

Nel 1912 lo scrittore tedesco Thomas Mann pubblicava una novella dal titolo Der Tod in Venedig (Morte a Venezia) destinata a lungo e vasto successo, alimentato in seguito dalla trasposizione cinematografica a opera di Luchino Visconti, nel 1971 e dal melodramma, scritto nel 1973, del compositore Benjamin Britten. Ispirata a un’esperienza realmente vissuta dall’autore nella primavera del 1911, come ricorderà la moglie Katia, Morte a Venezia è presto diventato uno dei testi emblematici per quanti si avvicinano alla città lagunare e cercano di spiegarne l’intima essenza. Spietato critico della società borghese, che sente estranea alla sua natura d’artista per l’assenza di spiritualità, Thomas Mann ingaggiò per l’intero corso dell’esistenza una …Leggi tutto

Nazioni e nazionalismo XXI secolo

 

Il nazionalismo è stato il demone del XIX e del XX secolo: ideologia potente, emersa dal corpo della Grande Rivoluzione di Francia e incrociatasi presto con il movimento culturale del Romanticismo, ha dimostrato stupefacente capacità di adattamento. Chiunque e ovunque può sentirsi e proclamarsi nazionalista. In particolare perché collegandosi all’idea di popolo ed essendo questa declinabile in infiniti sottoinsiemi ne ha assorbito la duttilità. Cosa sappiamo del nazionalismo?

Il primo punto da chiarire è il concetto di nazione. Esistono opinioni diverse in materia, ma quasi tutte concordano su alcuni punti di partenza. Nazione è una comunità che vive in un determinato luogo e condivide valori e cultura. Precisare quest’ultima, però, è …Leggi tutto