1866

Il 7 novembre 1866 il fresco re d’Italia, Vittorio Emanuele II, fa il suo ingresso trionfale a Venezia. Finisce così la Terza Guerra d’Indipendenza, Veneto, Mantova e Friuli sono uniti all’Italia. A Francesco Giuseppe d’Asburgo degli antichi possedimenti nella Penisola restano solo Trentino e Venezia Giulia. Li perderà entrambi con la Grande Guerra e quindi nel 1918.

L’anniversario, il 150°, dell’unione del Veneto all’Italia è sostanzialmente passato sotto silenzio. Ne hanno parlato, poco per la verità, più che altro quanti contestano il Plebiscito che accompagnò il trattato di pace con la cessione: la quale, comunque, avvenne prima alla Francia e in seconda battuta all’Italia.

Sulla Terza Guerra d’Indipendenza circolano oggi i racconti …Leggi tutto

Islam vs Europa

L’Europa è percorsa da brividi di paura. Improvvisamente l’incubo della guerra si è materializzato nelle sue strade. La paciosa indifferenza con cui i cittadini del Vecchio Continente si permettevano di sbirciare annoiati, tra una sorsata di vino o di birra, cosa diavolo mai succedesse altrove è svanita. I proiettili dei fucili d’assalto hanno ucciso nel cuore di Parigi. Chi li maneggiava non ha solo inneggiato ad Allah, Allah Akbar!, ma si è fatto poi uccidere con sovrana indifferenza per la propria vita. Questo è il primo punto da sottolineare.

I soliti buontemponi si sono scatenati, a cose fatte, criticando gli organi preposti alla sicurezza perché non hanno saputo “prevenire”. Come se …Leggi tutto

Europa Europa Europa

Cosa sta succedendo all’Europa? Domanda di attualità visto quanto pericolosamente sono stati vissuti gli ultimi anni: Grexit, Brexit, bail in, una folla di acronimi per scandire la vita quotidiana del Vecchio Continente. Al punto da chiedersi: per inseguire parametri vari, a cominciare da quelli di Maastricht, non è che ci siamo dimenticati qualcosa?

Forse non sarebbe male, ogni tanto, dare un’occhiata ai principi, back to basics direbbero i figli dell’anglosfera oggi in voga e citata così spesso a sproposito. Vediamo un po’, allora.

Le radici ideali più immediate della costruzione chiamata Unione Europa si trovano nel cosiddetto Manifesto di Ventotène. Scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Ursula Hirschmann durante il periodo …Leggi tutto

Identità veneta

Una delle notizie di questo dicembre che segna il passaggio tra vecchio e nuovo anno, acquistando così un forte valore simbolico, è la legge regionale del Veneto che sancisce l’esistenza di una realtà etnico-linguistica finora dimenticata: i veneti, appunto.

Il testo originario della legge è stato alquanto emendato dal momento della sua presentazione da parte di quattro piccoli comuni, ma in buona sostanza ha conservato l’impianto originario di base. E quale sarebbe?

Se non ho compreso male, si parte dalla considerazione che i veneti presentino tutte le caratteristiche di una nazione, a cominciare dalla lingua per finire con una storia lunga e importante incarnata da uno stato, la Serenissima repubblica di Venezia, …Leggi tutto

La guerra che incombe

Basta guardare un telegiornale, un quotidiano o una rivista, internet: la guerra non è mai stata così presente sul nostro orizzonte. Non credo di sbagliare se sostengo che la maggior parte del pianeta è in qualche modo coinvolto in una guerra.

Certo, bisogna capirsi bene. Cosa intendiamo esattamente con la parola “guerra”? In materia esiste la massima confusione e penso sia utile provare a dipanare la matassa di sentimenti e convinzioni che ostacola una chiara visione della realtà.

Partiamo dall’espressione “essere in guerra” e dalla piccola dimensione italiana. Oggi la Repubblica è in guerra. Non stupitevi. Intendo proprio nel senso tradizionale del termine, ha cioè i suoi soldati, i cittadini in armi, …Leggi tutto

Il risveglio della Nazione

20«Uno spettro si aggira per l’Europa», in particolare dopo il referendum britannico, più famoso ormai con l’acronimo Brexit. Uno spettro dal retrogusto amaro e con radici ben piantate nel cuore della storia del Vecchio Continente: quello del nazionalismo.

La citazione marxiana ha l’ovvia intenzione di una provocazione. Se nel 1848, infatti, il Manifesto del Partito Comunista iniziava con la famosa frase per evocare l’ombra della rivoluzione in movimento, oggi mi pare di cogliere un fenomeno simile, anche se di segno assai diverso riguardo al nazionalismo. Il quale è tornato di prepotenza all’ordine del giorno.

Non è che nel 1848 fosse assente, tutt’altro, ma allora la rivendicazione nazionale si saldava con quelle di …Leggi tutto